Metodologia

Cooperativa COCEA ha nella propria mission la costante ricerca di una metodologia di
lavoro condivisa, per questo ha attivato nel tempo molte esperienze di compartecipazione progettuale. Consapevole della peculiarità di ciascuno crediamo fondamentale avere un approccio che sia garante della “cura delle persone, dell’organizzazione, dei processi e delle relazioni”.
Il welfare di comunità promosso dal progetto A.R.C.O. cerca di coniugare vecchi e nuovi
bisogni (flessibilità e molteplicità di offerte socio-educative) con percorsi ricchi di valori
di scambio antichi, ma che sappiano interagire con le nuove modalità di vita.
Crediamo fortemente che per favorire l’integrazione dei servizi educativi per la prima
infanzia con gli altri servizi territoriali sia necessario costruire una RETE di lavoro che
alimenti il confronto e lo scambio delle diverse competenze ed esperienze e che possa
così divenire un sostegno per le realtà più piccole e marginali, spesso servite solo da
servizi di base ed escluse da esperienze di livello superiore.

A tal fine questo progetto si propone di essere un ponte (A.R.C.O.) di comunicazione tra
enti e singole persone e tra singole persone ed enti, in modo da valorizzare tutte le
offerte che ci sono, piccole e grandi e al tempo stesso farsi portavoce di quei bisogni
che possono venire alla luce solamente con una relazione diretta. Un luogo amico e
protetto, nel quale l’ACCOGLIENZA è un valore primario, dove la RETE diventa un luogo
di incontro e confronto, uno spazio di COMUNITA’, in cui promuovere scambi e
RELAZIONI in un tempo preciso, o meglio in un’ORA definita, per superare le numerose
incertezze che caratterizzano questa fase storica. Concretamente questo significa
trasformare i nidi in spazi che stimolino l’ascolto e la partecipazione delle famiglie e
della comunità e attivare un supporto specifico, psicologico e di assistenza per i bambini
in situazioni di particolare vulnerabilità.
In un mondo che vive sempre più “in remoto” il progetto A.R.C.O potrà creare vere
connessioni tra persone e in questo modo aumentare il benessere dei singoli e della
collettività, per sconfiggere i muri, le solitudini e le fragilità, e gettare le basi necessarie
per guardare al futuro con serenità. Mediante la costruzione di un lavoro di rete, che sia
aperto a soggetti di natura pubblica e privata e, soprattutto, che sia rivolto ai bambini e
alle loro famiglie, come protagonisti e soggetti attivi delle progettualità e
non solo come destinatari dei servizi.
A garanzia del successo di questo processo, la governance di questa partnership,
garantirà un attento monitoraggio di ogni situazione attraverso la pratica
“dell’osservazione partecipe”, strumento per conoscere meglio i bambini e aiutarli nel
loro percorso di crescita, ma anche per conoscersi e riflettere sulla qualità della
relazione all’interno dell’esperienza educativa. Promuovendo la partecipazione il coinvolgimento di tutti gli attori potranno migliorare i livelli di benessere dei più piccoli e delle loro famiglie.

Il progetto per la sua complessità, prevede un’attività di coordinamento e di gestione
particolarmente curata e strutturata. Il sistema di governance è formato da tre livelli di
coordinamento con la supervisione affidata al comitato tecnico; si occupa della
regolazione e della implementazione delle azioni, della “manutenzione” della rete e della
fattiva operatività delle attività programmate. Gli strumenti della governance sono: il
comitato tecnico, il coordinamento generale le equipe locali.

I professionisti che gestiscono questi strumenti sono:

  • I referenti istituzionali distrettuali (coordinatori pedagogici), il responsabile di progetto ed il coordinatore generale per il comitato tecnico che si riunisce una volta al mese.
  • Il coordinatore generale ed i coordinatori locali (uno per ambito) per il
    coordinamento generale, una volta ogni quindici giorni.
  • I coordinatori locali con gli operatori del progetto per l’equipe locale (una per ambito)
    una volta alla settimana.
    La metodologia utilizzata si basa su una ventennale esperienza in attività educative per
    minori.
  • Il coordinatore generale, figura centrale, perno dell’organizzazione del progetto.
    Il coordinatore locale, punto di riferimento per le famiglie garante del coinvolgimento
    dei minori ed il loro confronto con le figure adulte. Convoca l’equipe locale settimanalmente e gli incontri periodici con l’A.S. di riferimento e le figure coinvolte nei
    progetti individuali (educatori, psicologi, pedagogisti, mediatrici familiari, ecc.).